La comunicazione di Renzi: dieci elementi che emergono dai discorsi in Parlamento

Questo post riprende e amplia un articolo sulla comunicazione di Renzi che ho pubblicato su Il Sole 24ore (pagina 5 del 27 febbraio 2014)

renzi comunicazione

Fanno discutere e dividono l’opinione pubblica i discorsi con cui Matteo Renzi ha chiesto la fiducia al Senato e alla Camera. C’è chi ne mette in luce l’immediatezza e la chiarezza, chi invece sottolinea la genericità delle proposte e l’eccesso di informalità del premier. Al di là degli aspetti più evidenti un’analisi linguistica dei discorsi alle Camere mette in luce alcuni elementi più profondi della strategia di comunicazione di Renzi, dal ricorso ai giochi di parole all’appello alle emozioni. Proviamo ad analizzarne alcuni e a capire se risultano efficaci.  Continua a leggere…


Il web come strumento di ascolto: il mio intervento ad Agorà, su Rai Tre

Il mio intervento nel corso della trasmissione Agorà, su Rai Tre, condotta da Gerardo Greco.

gianluca giansante

La giornalista Mia Ceran mi ha chiesto di commentare il progetto Identify Pd avviato dal Partito Democratico: una campagna di ascolto online per chiedere agli elettori del partito come vedono il Pd.

Puoi vedere il video qui: Continua a leggere…


Pubblicità online: la spesa nella campagna Usa

Quanto ha speso Obama per la sua campagna online? Ce lo rivela un’interessante ricerca di ReTargeter.com. Come appare evidente dall’infografica precedente; Obama ha speso quasi il doppio del suo sfidante, Mitt Romney: 56 milioni contro i 26 del candidato repubblicano.

obama spesa pubblicita online

Se guardiamo l’evoluzione della spesa nel tempo notiamo che Obama ha beneficiato della sua posizione di incumbent (candidato uscente), ha infatti avuto una disponibilità economica molto maggiore nelle prime fasi della campagna,  quando Romney era ancora impegnato nelle elezioni primarie e quindi aveva una minore capacità di attrazione rispetto al fundraising. Continua a leggere…


Le parole sono importanti: il video della presentazione

“Un libro che pone degli interrogativi, che descrive i fenomeni in modo scientifico e scritto molto bene: per chi non l’ha letto spero sia stato uno stimolo a farlo”. Così Pierluigi Battista, editorialista del Corriere della Sera ha concluso il suo intervento per la presentazione di Le parole sono importanti che si è svolta alla Camera dei Deputati lo scorso 20 ottobre.

Sul mio canale YouTube puoi vedere l’intervento completo:

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=xnC9FaTr9YQ?rel=0&w=560&h=315]

“Devo fare i complimenti a Gianluca Giansante innanzitutto per come è scritto il libro”, così Beatrice Lorenzin ha aperto il proprio intervento Continua a leggere…


Una recensione di Corrado Augias per “Le parole sono importanti”

Oggi Corrado Augias dedica la sua rubrica “La mia Babele” su il venerdì di Repubblica a “Le parole sono importanti”, di cui propone una lunga recensione.

Il saggio di Gianluca Giansante, scrive Augias “analizza il linguaggio della politica, lo smonta,

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Le parole sono importanti su “il venerdì” di Repubblica

Nel numero in edicola de il venerdì di Repubblica il libro Le parole sono importanti  è citato da Filippo Ceccarelli nella sua rubrica, Indizi visivi.

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Un manifesto che colpisce firmato Pd

dal mio blog su Linkiesta

Spesso i cartelloni elettorali (specie dei partiti di centrosinistra) infrangono tutte le regole possibili della comunicazione: affastellano parole scritte con caratteri minuscoli, sono privi di un messaggio chiaro, sono anonimi e praticamente passano inosservati.

Questa volta invece, proprio il Pd produce un manifesto interessante ed efficace: poche parole, un messaggio comprensibile e un’immagine che rafforza il concetto e cattura l’attenzione.

Unico neo: il riferimento al “processo breve”, un’etichetta linguistica che sarebbe bene. Nei prossimi giorni ti spiego il perché, intanto se vuoi un indizio puoi leggere questo mio articolo.


Cattive notizie per chi pensa che Mr. B sia sul viale del declino

Dal mio blog su Linkiesta.it

Gli elettori di centrosinistra sono più delusi di quelli di centrodestra. Lo rivela un sondaggio Ipsos commissionato dalla trasmissione Ballarò, che ha chiesto agli elettori se – di fronte alla scelta di voto del 2008 – si senta soddisfatto o deluso.

Molti penserebbero istantaneamente che gli elettori di Berlusconi siano molto scontentie perfino pentii. Non è così o almeno non è questa la lettura principale del risultato. Sono infatti gli elettori di centrosinistra i meno soddisfatti.

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Strategia da rivedere per la campagna di Letizia Moratti

dal mio blog su Linkiesta

È iniziata da qualche giorno la corsa di Letizia Moratti per le elezioni comunali a Milano. L’elemento più evidente, per i milanesi, è la serie di affissioni che ha conquistato strade, piazze e sotterranei della metropolitana.

Il claim scelto “Letizia Moratti sindaco di Milano” è l’elemento comune che viene declinato su sei temi diversi: sicurezza, pulizia della città, verde, qualità della vita, trasporti e famiglia.

La foto del sindaco in diversi contesti domina la scena, accompagnata da un headline distinto per ciascun tema: “Stiamo lavorando per una Milano sempre più sicura/pulita/verde etc.”.

Le foto ritraggono il sindaco sorridente e circondato da altre persone (vigili urbani, bambini, operatori della nettezza urbana, anche in questo caso in linea con ciascun messaggio tematico).

Si tratta di una scelta condivisibile. Notoriamente, infatti, la folla è sinonimo di gradimento e partecipazione secondo un meccanismo della comunicazione politica, già noto ai tempi di Quinto Tullio Cicerone, che raccomandava al più noto fratello di non uscire mai senza i propri “accompagnatori”, il cui ruolo era proprio quello di aumentare la “popolarità” del candidato (en passant, se vi capita ditelo a chi ha realizzato i manifesti di Bersani).

Tuttavia la scelta di puntare sul personalismo lascia a desiderare e sembra un tipico esempio di una strategia del tipo “chiudiamo la stalla quando i buoi sono scappati”.

La popolarità del sindaco, è infatti a livelli preoccupanti. Gli strateghi della campagna devono aver pensato che non ci poteva essere idea migliore di una bella serie di manifesti con l’immagine del candidato. Detto in altre parole, hanno cercato di rimediare all’ultimo minuto a un problema di immagine che si è sedimentato nel corso degli anni.

Questa strategia non fa i conti, però, con i meccanismi di decodifica di chi guarda quei messaggi. Far cambiare idea alle persone, infatti, è molto difficile, secondo alcuni perfino impossibile (almeno con una campagna di affissioni). Più facile è rinforzare le opinioni di quanti sono già d’accordo con una certa idea.

Applicato al caso concreto: sarebbe stato più utile puntare a rinsaldare alcuni punti forti dell’immagine dell’amministrazione Moratti.

Invece si è scelto di puntare proprio sul punto debole – la figura di Letizia Moratti – aumentando la salienza di questo elemento nella mente dei cittadini e quindi facendo un favore all’avversario, che beneficia proprio del suo essere non-Moratti.

La scelta del tono delle foto, peraltro, contribuisce negativamente al messaggio: lo stile edulcorato e le immagini evidentemente “posate” contribuiscono a rafforzare la parvenza di artificialità della campagna. E l’aspetto “finto” delle immagini si trasferisce dalle foto al candidato.

Ciò detto la rielezione della Moratti non dovrebbe essere a rischio, a meno di clamorosi sviluppi (e grazie soprattutto alla forza della Lega), la vittoria dovrebbe essere certa. Ma a livello di allocazione delle risorse – ovvero di scelta su come spendere il denaro destinato alla campagna – la prima mossa degli strateghi di casa Moratti non sembra la soluzione migliore.

Ps. Non tutti sarebbero d’accordo col dire che la vittoria di Letizia Moratti è certa, su questo punto segnalo un interessante articolo di Giovanni Cocconi su Europa.

Se pensi che anche altri possano essere interessati a questo articolo condividilo.

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Perché Beppe Grillo piace (soprattutto a sinistra)

L’intervento di Beppe Grillo ad Annozero ha suscitato tanti entusiasmi, soprattutto fra il pubblico deluso del centrosinistra.

Analizzare il successo del fenomeno-Grillo sarebbe complesso e lungo però vale la pena soffermarsi su alcuni punti chiave.

Grillo parla di progetti e non di politica per addetti ai lavori. Parla dell’acqua pubblica, della costruzione di edifici verdi, di scuola. Sottolinea che per lui è importante il programma, non a caso termine-chiave nel lessico berlusconiano.

Rifiuta le vecchie distinzioni destra-sinistra. Evita il gossip politichese e la meta-politica, quella politica per addetti ai lavori che piace tanto ai giornalisti (e ai lettori di giornali) e poco alla società antipolitica. Continua a leggere…