Per Silvio più dei sexgate potrà la monnezza

da Il Riformista, 4 novembre 2010

Le vicende di Ruby aggiungono un nuovo capitolo alla saga degli scandali sessuali che vedono coinvolto Silvio Berlusconi. Chi conti nella capacità della storia di incidere negativamente sui consensi del presidente del consiglio dovrà tuttavia prepararsi a una delusione.

I primi sondaggi mostrano, infatti, una sostanziale tenuta della popolarità per il principale partito della maggioranza, marcando una tendenza che, con ogni probabilità, è destinata a consolidarsi.

Non è una novità per chi si occupa di comunicazione politica: che gli scandali sessuali non influenzino gli uomini politici in termini di voti è ormai sostanzialmente assodato.

Un indizio molto forte lo aveva fornito la vicenda Clinton-Lewinsky. Tuttavia in quel caso a confermarla erano stati solo i sondaggi sul clima di opinione che, per quanto accurati, sono tuttavia condotti su un campione limitato.

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Why Berlusconi did not lose votes in spite of sexual scandal media frenzy

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Copyright © Evaristo Fusar, All Rights Reserved.

Zinedine Zidane is a French soccer star. Known for his elegance and fair play, he was sent off in the very last minute of a World Championship final for an off-the-ball head-butt of an Italian player.

The symbol of the National team, the captain, one of the best football players ever was not there when the high time of penalty kicks came. And France lost the game. Nevertheless he has been forgiven and understood by the French public opinion.

What does this story have to do with Italian politician Silvio Berlusconi?

The campaign for European elections in Italy has been characterised by the discussion around a series of extra-political events involving Premier Silvio Berlusconi (namely the Noemigate sexual scandal).

The coverage of these events gained increasing importance in the Italian and international media environment. European issues virtually disappeared from the media agenda and the sexual scandals of the “Cavaliere” took its place.

Various observers estimated that this would affect the career of the politician Berlusconi. However, the results of the election showed little changes if compared to the tremendous political victory of the previous year.

The ebook “The stuff that dreams are made of” intends to explain why Berlusconi’s popularity and electoral results did not suffer from the sexual scandal media coverage.

Here it is, it’s a free PDF.

The essay approaches the issue from a communication perspective, however it overcomes the conventional distinction among disciplines and takes into account the findings of different traditions: from Media Studies to Philosophy, from Sociology to Film Studies.

The solution to the case lies in a double parallelism. What do Berlusconi and Zidane have in common? And what links the Italian politician-tycoon to Hollywood star Humphrey Bogart?

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PS – If you know someone who can benefit from reading the ebook, please forward this on to them immediately.

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Le parole della politica

Arriva in libreria Le parole della politica. Protagonisti, linguaggi e narrazioni nell’Italia del 2008. Il testo, a cura di Michele Prospero e Christian Ruggiero, analizza la campagna elettorale del 2008 con un taglio accademico, ponendo una particolare attenzione agli interventi nei talk-show televisivi e restituendo la specificità comunicativa dei cinque candidati premier.
Il volume ospita, tra gli altri, un mio saggio sulla comunicazione politica di Berlusconi. Si intitola Morfologia di una campagna. La strategia elettorale di Berlusconi in tv.

Così viene presentato il libro, sul sito dell’editore: «Due leit-motiv della politica italiana della Seconda Repubblica trovano un’inedita molteplicità di sfumature nelle elezioni politiche del 2008: la centralità della televisione elettorale e il continuo riferimento al nuovo. Ma al di là della retorica della “bella campagna”, le urne hanno sancito la vittoria di chi, dentro e fuori la Tv, ha saputo costruire la narrazione più convincente».

Vai al sito dell’editore


Che differenza c’è fra un milione e un miliardo?

Parlare di numeri è da sempre uno dei crucci di chi si occupa di comunicazione. Non è semplice far comprendere le differenze in gioco quando si parla di cifre enormi, delle quali – per il cittadino comune – è difficile avere un’idea.

Una delle scelte più efficaci è quella metaforica, ovvero il paragone fra il denaro e altri oggetti, più facilmente visualizzabili.

Un esempio lo riporta il blog di Anecdote, che cita una soluzione proposta nel corso della scorsa campagna elettorale nel Regno Unito.

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Il toto-voto: Berlusconi, ce la fa o no?

Come ogni esperto di politica sa, le votazioni vanno vinte prime di entrare nella sede decisionale. Non si può aspettare che le persone si pronuncino in base alle suggestioni del momento, bisogna essere sicuri di vincere prima.

Ecco allora la frenesia di questi giorni, per raggiungere quota 316 e dare una nuova stabilità al governo. L’esperto di lobbying Fabio Bistoncini ci aggiorna sul toto-voto: oggi, con l’esodo di Calearo e Cesario (che lasciano il gruppo di Rutelli), Berlusconi dovrebbe farcela.

Ma, fa notare Bistoncini, non è detto: c’è infatti «l’incognita […] del gruppo dei “lombardiani” (MPA). Cinque voti che in passato erano sicuri. Ma dopo le ultime esternazioni del Governatore siciliano ora appaiono molto più incerti».

Leggi tutto sui numeri di Berlusconi alla Camera.

Se conosci qualcuno a cui può interessare questo articolo inviaglielo subito.


Il videomessaggio di Fini: sincero, tardivo, dimesso

Esordisce in serie A il videomessaggio su internet. Per la prima volta un leader di primo piano affida alla Rete il suo pensiero su una questione chiave per la politica italiana.

La pubblicazione ha tenuto col fiato sospeso per tutta la giornata l’Italia che si interessa alla politica (mentre l’altra Italia andava in giro, si divertiva e aspettava le partite). Preannunciata per la tarda mattinata è stata differita progressivamente e pubblicata sono nel tardo pomeriggio.

L’analisi del messaggio di Gianfranco Fini ha impegnato i commentatori più autorevoli della politica italiana. Tre elementi, fra i tanti, sembrano i più interessanti. (altro…)


Perché Beppe Grillo piace (soprattutto a sinistra)

L’intervento di Beppe Grillo ad Annozero ha suscitato tanti entusiasmi, soprattutto fra il pubblico deluso del centrosinistra.

Analizzare il successo del fenomeno-Grillo sarebbe complesso e lungo però vale la pena soffermarsi su alcuni punti chiave.

Grillo parla di progetti e non di politica per addetti ai lavori. Parla dell’acqua pubblica, della costruzione di edifici verdi, di scuola. Sottolinea che per lui è importante il programma, non a caso termine-chiave nel lessico berlusconiano.

Rifiuta le vecchie distinzioni destra-sinistra. Evita il gossip politichese e la meta-politica, quella politica per addetti ai lavori che piace tanto ai giornalisti (e ai lettori di giornali) e poco alla società antipolitica. (altro…)


Pomo della discordia

Il termine traduce l’espressione inglese wedge issue, letteralmente, tema-cuneo. È una questione politica o sociale per sua propria natura “divisiva”, ovvero capace di dividere l’opinione pubblica e i politici. Viene lanciata da un partito che ha una posizione unitaria sul tema con l’obiettivo di dividere il partito antagonista, di “incunearsi” e creare una frattura nella sua compattezza.

Un esempio tratto dal contesto italiano sono i cosiddetti “temi etici”, spesso agitati dal centrodestra – che ha una posizione condivisa sul tema – nella speranza, spesso soddisfatta, di provocare controversie nel Partito Democratico e nella coalizione di centrosinistra.

Tre sono i principali effetti positivi dell’utilizzo di questioni-pomo della discordia: far percepire il partito opposto come diviso; attirare i voti degli elettori tradizionali dell’altra coalizione che pure si trovano d’accordo sul tema in oggetto (nel nostro esempio gli elettori di centrosinistra contrari alla ricerca sulle cellule staminali o all’eutanasia). In casi estremi un pomo della discordia può portare alla scissione dei partiti e quindi alla diminuzione della loro forza elettorale.