Eroe e antagonista della campagna di Berlusconi

Un mio articolo scientifico, pubblicato sulla rivista Comunicazione Politica, analizza la strategia di Berlusconi nel corso delle ultime elezioni politiche e svela l’utilizzo di una raffinata costruzione  del discorso.

L’articolo, dal titolo La costruzione strategica dell’eroe e dell’antagonista nel discorso politico di Berlusconi, è uscito sul numero 3 del 2010 della rivista. Per leggerlo clicca qui.

Comunicazione Politica (ComPol) è l’unica rivista italiana che studia, analizza e discute i rapporti tra mass media e sistema politico.

Come si può leggere sul suo sito, “ComPol si propone di favorire lo sviluppo interdisciplinare della teoria e della ricerca italiana, accogliendo contributi scientifici di scienziati politici, sociologi, massmediologi, linguisti, storici e altri studiosi”.

L’obiettivo è quello di analizzare da diverse prospettive le profonde trasformazioni avvenute negli ultimi decenni nell’arena politica e nelle dinamiche elettorali.

Oltre alla produzione in campo accademico è particolarmente attenta a quanto avviene nel mondo delle professioni della comunicazione politica e ospita interventi di esperti di sondaggi e consulenti politici, operatori dei media classici e dei nuovi media, con l’intento di far dialogare ricerca scientifica ed esperienza professionale.


Berlusconi, tranquillo nei toni, ma pronto alla battaglia

Dalla prima pagina de Il Riformista (13 dicembre 2010)

Accorto e pacato in apparenza, ma pronto alla competizione elettorale, possiamo riassumere così il senso dell’intervento di Berlusconi in Senato.

Il tono del discorso è mellifluo e sobrio, Berlusconi preferisce leggere il proprio intervento: una scelta piuttosto inusuale per un politico che è solito parlare “a braccio” anche nelle occasioni ufficiali.

La scelta si spiega con la delicatezza del momento: una sola parola oltre le righe avrebbe potuto compromettere l’obiettivo dichiarato dell’intervento, convincere qualche peone dell’opposizione a non votare la sfiducia.

Tuttavia l’analisi del linguaggio non verbale di Berlusconi ci rivela qualcosa di diverso, soprattutto se paragonata all’intervento pronunciato in occasione del voto di fiducia del 29 settembre. Continua a leggere…


Ospite di Sky

Oggi ero ospite di Sky Tg24 per commentare l’intervento di Berlusconi in Senato. In attesa del video carico qualche foto.

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L’umorismo di Berlusconi è una cosa seria

Un libro raccoglie le barzellette del Cavaliere

«Proprio l’altro giorno Prodi stava facendo jogging sulla spiaggia di Gaza. È inciampato in un oggetto duro, l’ha sollevato e l’ha pulito: era la lampada di Aladino. È uscito il fantasma che gli ha detto: ‘Padrone, dimmi un desiderio, che io realizzerò subito’. Prodi ha detto: ‘Facciamo fare la pace a israeliani e palestinesi’. Ma il genio gli ha detto: ‘No, guardi sono in guerra da troppi anni. Me ne dica un altro’. Allora Prodi si è grattato la pera: ‘Be’ vorrei diventare intelligente come Berlusconi… quasi come Berlusconi’ e il fantasma gli ha detto: ‘Va bene, padrone, torniamo al primo desiderio’».

È una delle storielle contenute in “Il Re che ride. Tutte le barzellette raccontate da Silvio Berlusconi”, un compendio dell’umorismo berlusconiano curato da Simone Barillari (Marsilio, pp. 207, euro 13,50).

Le barzellette di Berlusconi non vanno considerate come semplici battute o uscite da archiviare come espressioni del carattere bizzarro e ridanciano del personaggio. L’umorismo gioca un ruolo più sottile.

Già Cicerone nel De Oratore raccomandava l’utilizzo dell’ironia nel discorso, sostenendo che l’oratore che usa in modo efficace il registro comico crea un rapporto di sintonia con l’uditorio: in parte perché il buonumore procura benevolenza verso chi lo ha suscitato, in parte perché si ammira la sua acutezza.

L’utilizzo dello humor in Berlusconi non gioca però un ruolo meramente decorativo del discorso ma si inserisce in un progetto strategico.

Lo stesso Berlusconi ne rivendica l’uso consapevole in una frase riportata nella quarta di copertina del libro: «Io non racconto barzellette e disistimo chi lo fa. Io uso delle storielle per scolpire dei concetti».

Continua a leggere…


Politica e web, binomio in crescita (Fastweb)

Sul tema dei rapporti tra i politici e il web, sono stato intervistato dalla redazione del portale Fastweb.it.

[…] La mia impressione? È che in Italia l’era della politica 2.0 è ancora lontana. I nostri parlamentari pensano con una mentalità antica: vogliono andare nello spazio con un carretto trainato dai cavalli… […]

Leggi l’intervista completa


A proposito di bunga-bunga (Newsweek)

newsweek2“Il bunga-bunga minaccia Berlusconi” è il titolo di un articolo uscito su Newsweek che cita una mia riflessione (a pagina 2).

Lo puoi leggere qui l’articolo completo.


Why Berlusconi did not lose votes in spite of sexual scandal media frenzy

Get the free ebook

Copyright © Evaristo Fusar, All Rights Reserved.

Zinedine Zidane is a French soccer star. Known for his elegance and fair play, he was sent off in the very last minute of a World Championship final for an off-the-ball head-butt of an Italian player.

The symbol of the National team, the captain, one of the best football players ever was not there when the high time of penalty kicks came. And France lost the game. Nevertheless he has been forgiven and understood by the French public opinion.

What does this story have to do with Italian politician Silvio Berlusconi?

The campaign for European elections in Italy has been characterised by the discussion around a series of extra-political events involving Premier Silvio Berlusconi (namely the Noemigate sexual scandal).

The coverage of these events gained increasing importance in the Italian and international media environment. European issues virtually disappeared from the media agenda and the sexual scandals of the “Cavaliere” took its place.

Various observers estimated that this would affect the career of the politician Berlusconi. However, the results of the election showed little changes if compared to the tremendous political victory of the previous year.

The ebook “The stuff that dreams are made of” intends to explain why Berlusconi’s popularity and electoral results did not suffer from the sexual scandal media coverage.

Here it is, it’s a free PDF.

The essay approaches the issue from a communication perspective, however it overcomes the conventional distinction among disciplines and takes into account the findings of different traditions: from Media Studies to Philosophy, from Sociology to Film Studies.

The solution to the case lies in a double parallelism. What do Berlusconi and Zidane have in common? And what links the Italian politician-tycoon to Hollywood star Humphrey Bogart?

Read the e-book

PS – If you know someone who can benefit from reading the ebook, please forward this on to them immediately.

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Perché Beppe Grillo piace (soprattutto a sinistra)

L’intervento di Beppe Grillo ad Annozero ha suscitato tanti entusiasmi, soprattutto fra il pubblico deluso del centrosinistra.

Analizzare il successo del fenomeno-Grillo sarebbe complesso e lungo però vale la pena soffermarsi su alcuni punti chiave.

Grillo parla di progetti e non di politica per addetti ai lavori. Parla dell’acqua pubblica, della costruzione di edifici verdi, di scuola. Sottolinea che per lui è importante il programma, non a caso termine-chiave nel lessico berlusconiano.

Rifiuta le vecchie distinzioni destra-sinistra. Evita il gossip politichese e la meta-politica, quella politica per addetti ai lavori che piace tanto ai giornalisti (e ai lettori di giornali) e poco alla società antipolitica. Continua a leggere…


Pomo della discordia

Il termine traduce l’espressione inglese wedge issue, letteralmente, tema-cuneo. È una questione politica o sociale per sua propria natura “divisiva”, ovvero capace di dividere l’opinione pubblica e i politici. Viene lanciata da un partito che ha una posizione unitaria sul tema con l’obiettivo di dividere il partito antagonista, di “incunearsi” e creare una frattura nella sua compattezza.

Un esempio tratto dal contesto italiano sono i cosiddetti “temi etici”, spesso agitati dal centrodestra – che ha una posizione condivisa sul tema – nella speranza, spesso soddisfatta, di provocare controversie nel Partito Democratico e nella coalizione di centrosinistra.

Tre sono i principali effetti positivi dell’utilizzo di questioni-pomo della discordia: far percepire il partito opposto come diviso; attirare i voti degli elettori tradizionali dell’altra coalizione che pure si trovano d’accordo sul tema in oggetto (nel nostro esempio gli elettori di centrosinistra contrari alla ricerca sulle cellule staminali o all’eutanasia). In casi estremi un pomo della discordia può portare alla scissione dei partiti e quindi alla diminuzione della loro forza elettorale.


Indeterminato e solitario, il Pd targato Bersani

Pubblicato su Il Riformista del 17 settembre 2010

“Per giorni migliori, rimbocchiamoci le maniche”. È lo slogan scelto dal Partito democratico per la nuova campagna di affissioni che segna la ripresa dell’attività politica dopo la pausa estiva.

Tre i temi scelti per declinare lo slogan: tasse, istruzione e disoccupazione; per ciascuno una breve frase introduttiva precede un secondo claim, “la pazienza è finita”.

La figura di Bersani accovacciato con la camicia accorciata si staglia sullo sfondo bianco. La scelta grafica, pulita e minimalista contribuisce a creare un’immagine di chiarezza e aumenta la comprensibilità dell’insieme.

Lo slogan “la pazienza è finita” riporta allo stile casalingo e familiare del piccolo mondo antico che il segretario del partito evoca spesso nei propri discorsi. La metafora del rimboccarsi le maniche, invece, fa riferimento al mondo del lavoro, a  un ambiente contadino e popolare, al profumo di sigaro toscano e lambrusco delle bocciofile. Continua a leggere…