Quattro consigli per rendere sexy i tuoi testi sul web

La capacità di scrivere con efficacia per la Rete è sempre più importante: internet va acquisendo un ruolo crescente come strumento di diffusione di idee e di opinioni. Ecco quattro consigli per rendere i tuoi testi a prova di web

dal mio blog su Linkiesta

Ieri il mio amico Matteo mi ha inviato un articolo per una rivista web, era molto interessante, ma era scritto come se dovesse essere pubblicato su un quotidiano. Per la Rete non era adatto: fin dal primo sguardo il testo appariva compatto e denso e scoraggiava la lettura.

La scrittura per il web, infatti ha delle specificità che la differenziano da quella della carta stampata e che è importante conoscere nel momento in cui si comincia a scrivere, che si tratti del post di un blog o di un articolo per un magazine on line.

Gli ho quindi inviato alcuni consigli semplici e pratici che possono facilitare la lettura di testi sul web e che possono essere utili anche a te per migliorare la leggibilità dei tuoi testi.

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Smettere di fumare, andare a votare e altre meraviglie della parola

Dal mio blog su Linkiesta

Smettere di fumare è una delle cose più difficili al mondo, si sa. Chi ci prova sperimenta una sofferenza indicibile, ricorre agli stratagemmi più impensabili e poi – spesso – ricade nel vizio.

C’è un’eccezione, però, chi smette avendo letto il noto libro (per chi non lo conosce il titolo è Smettere di fumare è facile se sai come farlo) abbandona il fumo con felicità e, nella maggior parte dei casi, per sempre.

Come è possibile che un libro, cioè una semplice successione di lettere e parole sia più potente di cerotti alla nicotina, sedute di agopuntura e terapie di ogni sorta?

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Il centrosinistra vince ma la partita è aperta

Dal mio blog su Linkiesta

L’analisi del voto di Roberto D’Alimonte su Il Sole 24Ore mette un po’ di ordine nella variegata mole di interpretazioni del voto amministrativo e aiuta a riportare equilibrio fra la lettura di chi a sinistra si abbandona a facili entusiasmi e quella di chi, da destra, replica minimizzando l’impatto del voto.

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A tutto spin

Nomfup è un ottimo sito che si occupa di comunicazione politica, per questo sono stato molto contento quando ho letto in un recente post che segnalava l’uscita di Le parole sono importanti.

Mi ha fatto piacere leggere il post anche perché, insieme al mio, dava notizia dell’uscita di due libri di grande interesse. Il primo, pubblicato da Carocci è La comunicazione politica, di Michele Sorice, professore associato alla Luiss “Guido Carli” e direttore Centre for Media and Communication Studies “Massimo Baldini” (qui il blog ufficiale del Centro).

Il secondo, edito invece da il Mulino, è Marketing politico, di Marco Cacciotto. Cacciotto è consulente politico, docente di “Marketing politico e public affairs” all’Università degli Studi di Milano e segretario generale di Aicop (Associazione Italiana Consulenti Politici e di Public Affairs).


Ansia da discorso pubblico? La superi così

Ieri un amico mi ha cercato chiedendomi qualche consiglio per affrontare un discorso pubblico di fronte ad una platea ampia. La sua preoccupazione principale era l’ansia. Gli ho risposto proponendogli alcuni consigli che potrebbero essere utili anche a te quando ti trovi ad affrontare una situazione simile.

L’ansia è una normale componente dell’attività pubblica: qualsiasi persona che salga su un podio o su un palco per parlare o recitare di fronte ad altri ce l’ha.

E meno male, perchè l’ansia è fondamentale: è come un campanello che ti ricorda che stai per fare qualcosa di importante: se non ce l’avessi non daresti a quell’azione la giusta importanza e magari faresti una pessima figura.

Un’altra cosa da non dimenticare è che l’ansia ce l’hanno tutti: un amico attore mi raccontava di un suo anziano ed affermato collega (non rivelo il nome, ma molto probabilmente lo conosci): calcava le scene da cinquant’anni eppure prima di salire sul palcoscenico era tanto agitato che per calmarsi doveva bere un “cicchetto” di whisky.

Ora io non ti consiglio di fare altrettanto, anzi te lo sconsiglio.

Ma ci sono quattro elementi che ti possono aiutare a superare l’ansia e a fare un’ottima impressione (a te stesso e agli altri):

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A Letizia la svolta rock non è bastata

da Linkiesta, 15 maggio 2011

Il nostro Gianluca Giansante l’aveva vista giusta in un post sul suo blog del 7 aprile intitolato “Strategia da rivedere per la campagna di Letizia Moratti”. Ora qui riprende le sue tesi spiegando perché la Moratti ha sbagliato campagna. Tentare di risollevare la propria popolarità con una campagna di comunicazione last minute è un’operazione veramente difficile, dice Giansante. Ed è esattamente quello ha fatto Letizia Moratti con la sua svolta rock, con Red Ronnie che la segue con la telecamera e lei che balla il waka waka. Ma la comunicazione, sottolinea, non può risolvere come una bacchetta magica problemi sedimentati nel corso degli anni.

Si fa seguire da un Red Ronnie armato di telecamera per commentare gli avvenimenti politici con tono intimista. Balla il waka waka (guarda il video) in diretta televisiva su Canale 5. Sfoggia uno smalto dark al confronto televisivo su Sky con il suo avversario. Stiamo parlando, ovviamente, di Letizia Moratti, il sindaco uscente di Milano che ha voluto imprimere alla sua campagna un tono rock-giovanilista e molto accentrato sulla sua figura.

Se la scelta di smarcarsi dall’immagine della sciura milanese con completi color confetto e borse dai toni pastello può essere considerata interessante non altrettanto lo è quella di personalizzare spiccatamente il confronto.

Fin dalle prime mosse della campagna, infatti, la strategia del sindaco è stata evidente: puntare a migliorare la propria immagine attirando in maniera diretta l’attenzione su di sé e sul proprio operato.

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Le parole sono importanti

Come si fa a costruire consenso intorno a una proposta politica, a un leader, a un partito? Come si fa a creare un messaggio comprensibile, convincente e che non si dimentica?

A queste domande risponde il mio Le parole sono importanti. I politici italiani alla prova della comunicazione edito da Carocci e, da oggi, in libreria.

Il libro svela le tecniche di comunicazione impiegate dai principali protagonisti della politica italiana – da Di Pietro a Vendola, da Casini a Grillo.

Il testo sfata alcuni luoghi comuni, come l’idea che il linguaggio della Lega sia rozzo e spontaneo o che le barzellette del Cavaliere siano la mera espressione del carattere ridanciano del personaggio. O, infine – il più radicato di tutti, diffuso soprattutto nel centrosinistra – l’idea che per convincere le persone sia sufficiente dire “le cose come stanno”.

Dove lo puoi trovare? Nelle librerie e nei negozi on line (per esempio su Amazon, Ibs, FeltrinelliFnac e, ovviamente, sul sito dell’editore, Carocci).

In sintesi:

Le parole sono importanti. I politici italiani alla prova della comunicazione.
Gianluca Giansante
Carocci editore
172 pagg., 15 euro



Bin Laden, questa volta Twitter brucia tutti

dal mio blog su Linkiesta

La notizia del giorno è la morte – ovvero l’uccisione da parte dei militari Usa – di Osama Bin Laden.

Per la prima volta a dare la notizia no è stata la tv, ma la Rete e – più precisamente – Twitter. Non sono stati più i giornalisti, ma i lettori di giornali, a fare lo “scoop”.

Twitter è stato, inoltre, il primo canale di informazione che ha diffuso la notizia del discorso del presidente Obama alla nazione.

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Difendersi con i media dal processo mediatico

Le accuse giudiziarie – e anche la sola notizia di un avviso di garanzia – possono rovinare una carriera, una campagna elettorale, un successo politico annunciato.

I media possono, però, essere usati anche per difendersi con efficacia e trasformare le accuse in un punto di forza. Le strategie di comunicazione adottate costituiscono, in questo senso, un elemento decisivo.

Atteggiamenti diversi possono, infatti, generare una risposta completamente diversa da parte dell’opinione pubblica.

In questi casi un passo falso può costare caro. Richard Nixon lo imparò a proprie spese, come ho raccontato in un articolo sul Riformista di cui riporto un breve passaggio:

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Un manifesto che colpisce firmato Pd

dal mio blog su Linkiesta

Spesso i cartelloni elettorali (specie dei partiti di centrosinistra) infrangono tutte le regole possibili della comunicazione: affastellano parole scritte con caratteri minuscoli, sono privi di un messaggio chiaro, sono anonimi e praticamente passano inosservati.

Questa volta invece, proprio il Pd produce un manifesto interessante ed efficace: poche parole, un messaggio comprensibile e un’immagine che rafforza il concetto e cattura l’attenzione.

Unico neo: il riferimento al “processo breve”, un’etichetta linguistica che sarebbe bene. Nei prossimi giorni ti spiego il perché, intanto se vuoi un indizio puoi leggere questo mio articolo.