Il sedicenne che incanta i Labour

dal mio blog su Linkiesta

Come ha fatto un adolescente a calamitare l’attenzione di una platea tendenzialmente disinteressata ai “pesci piccoli” come è quella di un congresso politico?

Mentre la leadership di Ed Milliband sembra appannarsi, un adolescente conquista la platea del congresso laburista che si svolge in questi giorni a Liverpool.

Così La Stampa descrive l’episodio che ha per protagonista il sedicenne Rory Weal:

Alla presenza del leader dei Labour, Ed Miliband, e di Ed Balls, il cancelliere dello scacchiere del governo ombra, Rory Weal è riuscito ad oscurare i vip del partito e di brillare di luce propria tanto da portare gli stessi big laburisti a stupirsi: «E’ stata un’esperienza surreale» è stato il commento «è bello ascoltare e poi applaudire dei giovani».

Come ha fatto a calamitare l’attenzione di una platea solitamente disordinata e tendenzialmente disinteressata ai ‘pesci piccoli’ come è quella di un congresso politico?

Presente al congresso assieme alla madre e alla sorella, ha raccontato alla platea laburista le difficoltà finanziare vissute in seguito alla separazione dei suoi, la necessità di lasciare una scuola prestigiosa, la possibilità di aver potuto continuare la formazione grazie allo stato sociale: «Non avevamo nulla, niente denaro, niente risparmi . Devo la mia sussistenza e quella della mia famiglia allo stato sociale, quello stesso welfare che viene spietatamente smantellato».

Il suo intervento mescola politica ed esperienza personale.

E ancora: «Il welfare state in questi giorni viene ferocemente fatto a pezzi da un malvagio governo a guida Tory. Stanno distruggendo tutti i progressi degli ultimi 13 anni. Io non sarei qui se non fosse stato per quel sistema, per quella rete di sicurezza. Uso questa occasione per chiedere al governo di fare marcia indietro».

Giacca di una taglia più grande, cravatta rossa, Rory, salito sul palco dopo aver chiesto di poter parlare alzando la mano come a scuola, ha attaccato duramente i tagli del governo tories al welfare -«che potrebbero creare 40mila nuovi homeless e colpire le fasce più deboli della popolazione» – e alle borse di studio per studenti bisognosi. Spietato si è poi appellato a Cameron: «Chiedo a Cameron cosa mi consiglia di fare quando non potrò permettermi di andare a scuola domani? Quando non potrò più comprami i libri e i materiali per le lezioni? O andare in gita scolastica? Questo governo non capisce come vive davvero la gente»

Il segreto di Rory Weal, dunque, consiste nella narrazione, ovvero nel racconto di un’esperienza di vita.

Le storie sono infatti capaci di catturare l’attenzione di chi ascolta, di essere ricordate più facilmente di un discorso astratto, di suscitare emozioni forti e, in sintesi, di convincere chi le ascolta.

Non è necessario essere protagonisti in prima persona, come il giovane Rory. Anche il racconto di storie vissute da altri riesce a suscitare gli stessi sentimenti ed è efficace a persuadere l’uditorio.

Raccontare una storia, infatti, è più convincente che snocciolare un discorso di cifre, statistiche e concetti astratti. E’ una regola semplice, perfino banale, ma viene violata un milione di volte al giorno, per questo vale la pena ripeterla.

g.giansante@linkiesta.it

Per approfondire:

L’intervento di Rory Weal (in inglese)

Storytelling, Christian Salmon (Fazi editore)

Politica è narrazione, Guido Moltedo e Marilisa Palumbo (Manifestolibri)

Le parole sono importanti, Gianluca Giansante (Carocci editore)


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