Perché Beppe Grillo piace (soprattutto a sinistra)

L’intervento di Beppe Grillo ad Annozero ha suscitato tanti entusiasmi, soprattutto fra il pubblico deluso del centrosinistra.

Analizzare il successo del fenomeno-Grillo sarebbe complesso e lungo però vale la pena soffermarsi su alcuni punti chiave.

Grillo parla di progetti e non di politica per addetti ai lavori. Parla dell’acqua pubblica, della costruzione di edifici verdi, di scuola. Sottolinea che per lui è importante il programma, non a caso termine-chiave nel lessico berlusconiano.

Rifiuta le vecchie distinzioni destra-sinistra. Evita il gossip politichese e la meta-politica, quella politica per addetti ai lavori che piace tanto ai giornalisti (e ai lettori di giornali) e poco alla società antipolitica.

Grillo racconta storie concrete. A chi lo accusa di saper essere solo distruttivo – “contro” – racconta l’esperienza riuscita del riciclaggio dei rifiuti in una piccola scuola di provincia. Risponde alle accuse con un esempio concreto e non con un discorso astratto o una dichiarazione d’intenti.

Grillo parla chiaro. Il suo lessico è semplice, immediato, diretto, comprensibile da tutti. Il suo gesticolare rinforza il messaggio, il comico genovese “mima” alcuni passaggi del suo discorso per favorirne la comprensione e la memorizzazione.

Grillo sembra lontano dalla casta anche nei modi. Non solo il linguaggio verbale ma anche quello del corpo, l’abbigliamento, la location dell’intervista ce lo fanno percepire lontano dalla cricca dei politici. Perfino l’ascella pezzata, la macchia di sudore nella camicia, contribuisce a farlo apparire “uno di noi”.

Grillo fa politica (e) spettacolo: ormai i due elementi sono legati indissolubilmente (bello il libro sull’argomento di Mazzoleni e Sfardini, Politica Pop). Una certa dose di spettacolarizzazione arricchisce l’appeal del politico nel contesto in cui viviamo. Grillo porta alle estreme conseguenze questo fenomeno. Un esempio su tutti, l’imitazione di Bossi, che ne demistifica l’aura di leader maximo.

Tutti questi elementi generano una profonda sintonia fra Grillo e una larga parte dei cittadini italiani.

Per queste ragioni i movimenti che si ispirano a Grillo potrebbero crescere dal punto di vista elettorale, soprattutto se il centrosinistra non sarà capace di esprimere altrettanta corrispondenza con il sentire della società italiana.

Sul tema è interessante l’opinione di Moris Gasparri su Lo Spazio della Politica

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9 Commenti su “Perché Beppe Grillo piace (soprattutto a sinistra)”

  1. RED 53

    E’ effettivamente così. Grillo, anche se rifiuta una collocazione politica, nel momento in cui pone al centro dell’attenzione la gestione pubblica dell’acqua, l’arretratezza economica della classe operaia a fronte di un’aumento stratosferico della capacità produttiva egli si pone, oggettivamente, a sinistra. Non è marxista, è un ricco signore illuminato e pieno di buon senso, in altre parole, è un PROGRESSISTA VERO. Il progressismo, amio parere, in questo momento storico (e forse anche in divenire), è il punto massimo di realizzazione pratica di una idea di società comunista.

  2. giuseppe

    A red 53 – Hai detto: Grillo “E’ un ricco signore…” Certo, ricco quanto pusillanime e ipocrita. Che brutti tempi stiamo vivendo con questi comici falsi moralisti, pricipali nemici di chi, nel centro sinistra vuole veramente cambiare le cose in Italia. Bravo Grillo insieme a Santoro, Di Pietro e Travaglio siete la quaterna di farisei telepredicatori migliori alleati del centro destra e causa determinante della vittoria elettorale di Silvio. C’è solo da sperare che Bersani e amici e compagni facciano di tutto per far cessare “Annozero” se no alle prossime elezioni saranno guai seri per il fronte anti Berlusconi.
    Silvana e Peppone dalla Puglia

  3. Red 53

    “Ora che il governo della Repubblica è caduto nelle mani di pochi prepotenti … ma chi, chi se è un uomo, può ammettere che essi sprofondino nelle ricchezze, che sperperino nel costruire sul mare e nel livellare i monti e che a molti manchi il necessario per vivere? Che costruiscano case e case l’una appresso all’altra e che molti non abbiano un tetto per la propria famiglia? Per noi la miseria in casa, i debiti, triste l’oggi e incerto il domani. Che abbiamo, insomma, se non l’infelicità del vivere?” …..la miglior risposta alla tua domanda la data Beppe Grillo. Uno che parla così a chi vuoi che piaccia?

  4. Red 53

    A giuseppe, con simpatia. Quando dico Grillo è un ricco signore, non esprimo nessuna valutazione, riporto un dato di fatto. Le classi sociali subalterne se vogliono riscattarsi lo devono fare in proprio, in altre parole ci vuole una coscienza di classe per questo occorre che la protesta, il cambiamento, debbano essere parte di un disegno politico che metta in discussione, in primis, il diritto e le modalità per partecipare alla creazione della ricchezza economica e la sua distribuzione. Concordo, sul tuo giudizio negativo, solo v/ di pietro. Anno zero, Michele Santoro e Travaglio è una fortuna averli.

  5. roberto

    se grillo è un un pusillanime gli altri sono ben peggio! Siamo nella merda fino al collo e stiamo perdendo stabilità sul fondo, mentre tutti quanti parlano della casa di Montecarlo.
    Forse si salvano (un poco) Vendola ed un po’di più gli ex giudici IDV. Dobbiamo prestare orecchio a coloro che hanno perso il posto di lavoro, a coloro che sono in cassa integrazione e non vedono avvcinarsi soluzioni.
    I veri tagli li facciano alle Loro prebende, alle Loro pensioni d’oro, tassando i grossi conti bancari più o meno nascosti .
    Si dia un aiuto alle industrie piccole – medie – grandi che dir si voglia ma. le si obblighino (pena la confisca di tutto! magari facendosi aiutare dall’Ufficio K del Mossad) a non delocalizzare nè a trasferire neanche uno spillo od una cucitura ecc. a mano d’opera sfruttata a basso costo .
    Si costringano le grandi banche e tutti i manovratori dell’alta finanza alla trasparenza ecc. .Allora si che vedremo riianati i conti !

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